"Non voglio infatti che ignoriate, o fratelli, questo mistero...l'indurimento di una parte di Israele è in atto fino a che saranno entrate tutte le genti. Allora tutto Israele sarà salvato... Quanto al Vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio, ma quanto alla elezione, sono amati, a causa dei padri, perchè i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili." (Rm 11,25-29)
Articoli sulla Chiesa e il popolo ebreo e sul ruolo di Israele nel piano di salvezza di Dio.
Entriamo a parlare dei rapporti tra ebrei e cristiani, tra Sinagoga e Chiesa, che in questi ultimi tempi, a cominciare soprattutto dal Concilio Vaticano II, sono cambiati radicalmente rispetto a venti secoli di storia precedenti... Lo scopo di questo mio intervento è di additare in che cosa consiste questo cambiamento, ma soprattutto come in questo cambiamento e in alcuni eventi profetici in atto oggi nel mondo ebreo e cristiano si sta realizzando una tappa del Disegno del Padre celeste nella storia sempre più rivolta al giorno in cui Cristo ritornerà nella gloria per portare a compimento il Disegno del Padre sul mondo.
Leggi tutto: Il difficile cammino verso l'unità tra ebrei e cristiani
Vorrei presentare tre immagini, una presa dall’Antico, le altre due dal Nuovo Testamento, le quali esprimono l’unico progetto divino che abbraccia sia ebrei che cristiani: il monte sul quale si ritrovano come pellegrini tutti i popoli del mondo; il muro che una volta divideva l’umanità, finalmente abbattuto da Gesù Cristo; l’albero, nutrito da un’unica radice, che dovrebbe risplendere nell’abbondanza del suo fogliame.
Nella Chiesa Cattolica essere in disaccordo su tutta una serie di tematiche, che siano politiche, sociali, economiche, religiose o storiche, è un luogo comune, ma alla fine queste differenze di opinioni possono essere risolte tramite una discussione amichevole, una preghiera e un senso di comunione e familiarità in Cristo. Tuttavia vi è una tematica che crea una divisione molto profonda e che potrebbe potenzialmente sfociare in una separazione permanente, ovvero la questione del conflitto israelo-palestinese.
Leggi tutto: "Cattolici per la Palestina" e "Cattolici per Israele"
Per molti ebrei San Paolo era un giudeo rinnegato, ricordato con amarezza per la critica da lui rivolta alla religione ebraica dopo essere diventato un ardente seguace di Gesù di Nazaret. Forse è arrivato il momento di controbilanciare questa opinione negativa di Paolo con la massiccia difesa del Popolo ebraico che egli scrisse a metà degli anni 50 del primo secolo d.C., in una lettera alla chiesa Romana.
Il presidente dell’AHC (Associazione dei Cattolici Ebrei), David Moss, ha intervistato l’Arcivescovo Raymond L. Burke a La Crosse, nel Wisconsin, il 5 Agosto 2010. L'intervista riguarda la continua elezione di Ebrei che sono battezzati ed entrano nella Chiesa Cattolica.
Il 2 settembre 2009, l'apologeta cattolico Robert Sungenis ha pubblicato un documento intitolato "Gli Erronei Insegnamenti di Cattolici per Israele”, nel quale ha attaccato direttamente la legittimità del nostro apostolato. Questo documento dichiara che sul sito Cattolici per Israele “le varie affermazioni riguardo gli ebrei e Israele sono state divulgate come dottrine cattoliche” ma queste, secondo Sungenis, “non sono dottrine cattoliche”. Di seguito la nostra risposta agli attacchi di Sungenis.
Alle volte sento alcuni cattolici parlare di un pellegrinaggio in Terra Santa, e devo ammettere che qualcosa in questa espressione mi irrita leggermente.“Perchè mai ti dovresti irritare” potresti chiedere, “che cosa c'è di male se i cattolici visitano la terra di Gesù e la culla della loro fede?” Ovviamente non vi è niente di male nel visitare la terra di Gesù. Ciò su cui ho a ridire si trova a livello di terminologia..
Gesù Cristo soffre nella passione di Israele. Nel colpire Israele, gli antisemiti colpiscono lui, lo insultano e gli sputano. Perseguitare la casa di Israele è perseguitare Cristo, non nel suo corpo mistico, come quando la Chiesa viene perseguitata, ma nella sua stirpe e nel suo popolo immemore, che egli incessantemente ama e chiama. Nella passione di Israele, Cristo soffre e opera come pastore di Sion e Messia di Israele, per conformare gradualmente a lui il suo popolo.
"Noi sappiamo che Dio ha dato a Israele la terra. Possiamo noi cristiani escludere che ciò che sta accadendo ai nostri giorni, cioè il ritorno di Israele nella terra dei suoi padri, non è collegato in qualche modo, ancora un mistero per noi, a questo ordine provvidenziale che riguarda il popolo eletto e che avviene anche attraverso l'errore umano come avviene nella Chiesa stessa?"
Cardinal Avery Dulles (1918-2008), of blessed memory, discusses the present status of God's covenant with Israel, a subject which has been extensively discussed in Jewish-Christian dialogues since the Shoah. Catholics look for an approach that fits in the framework of Catholic doctrine, much of which has been summarized by the Second Vatican Council...
Il cardinale Christoph Schönborn afferma che il supporto dei cristiani europei per Israele non è basato sul senso di colpa provocato dall'Olocausto, e che i cristiani dovrebbero riconoscere il sionismo come elemento biblico. Schoenborn ribadisce l'importanza, dal punto di vista dottrinale, dei cristiani di riconoscere la connessione degli ebrei alla "Terra Santa" e che essi dovrebbero gioire del ritorno degli ebrei in Palestina, in quanto compimento di una profezia biblica.