Salva! Conversione di Ronda Chervin alla Fede Cattolica
"Ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni!" (Isaia 43:1)
Guardando indietro, penso che io e la mia sorella gemella siamo state tra i bambini più esclusi di New York. Non ho mai incontrato nessuno con delle origini cosí singolari come le nostre. Eravamo le figlie, nate nel 1937, di genitori non sposati, che si erano conosciuti al partito comunista, ma lo avevano lasciato poco dopo la nostra nascita per diventare informatori per l'FBI. Apparentemente, dei comunisti molto arrabbiati minacciavano di tirare una bomba sulla nostra culla.
Entrambi mio padre e mia madre, sebbene atei militanti, avevano discendenze ebraiche, ma nessuno di loro era stato cresciuto come ebreo – neanche nell'osservanza di grandi festività, a casa o in sinagoga.
Essendo atei di destra, di discendenza ebraica, non ci adattavamo con nessuno intorno a noi: non con i cattolici, non con i protestanti, certamente non con gli ebrei ortodossi, non con gli ebrei riformati, né con gli ebrei sionisti atei, né con gli ebrei non sionisti di sinistra. In seguito, dopo essere diventata cattolica, mi resi conto che il mio desiderio di appartenere in modo permanente ad un gruppo identificabile aveva delle ragioni sia psicologiche che teologiche.
I genitori di mia madre erano europei ebrei che esercitavano una professione, e che furono invitati dallo Zar alla fine del XIX secolo ad aiutare a modernizzare la Russia. Una volta arrivati lì, diventarono fervidi atei comunisti. Quando giunsero notizie alla loro città che la polizia stava radunando nelle piazze i rivoluzionari sospetti per fucilarli, i miei nonni, i loro figli ed alcuni servitori polacchi fuggirono negli Stati Uniti.
Sebbene mio nonno, un dottore, lavorasse tra gli immigranti ebrei, per la maggior parte provenienti dall'Europa dell'est, la sua famiglia non aveva mai parlato yiddish, un misto tra tedesco ed ebraico. Essi si vantavano invece di essere degli americani socialisti di libero pensiero, la cui fratellanza era con tutta l'umanità, e certamente non con gli ebrei del ghetto.
Mio nonno da parte di mio padre era di discendenze ebraiche sefardite – nato a Curacao, Sud America – discendente di una famiglia spagnola, De Sola, metà della quale divenne cattolica durante l'inquisizione. Lui proveniva dalla metà ebraica della famiglia, ed era immigrato negli Stati Uniti grazie ad un programma avviato, credo, da una massoneria ebrea segreta, allo scopo di portare giovani uomini nel Nord America. L'idea era di iscriverli in università professionali in modo da poter poi raggiungere alte posizioni nelle logge massoniche. Solomon De Sola divenne un dentista di Madison Avenue. Poiché la sua connessione massonica era segreta, io non ne avevo mai sentito parlare fino ad alcuni anni dopo la sua morte. Un giorno dissi per caso a mio padre che assurdo fosse che alcuni cattolici pensassero che esistesse un complotto massonico ebraico allo scopo di conquistare il mondo. Mio padre rise a quella falsa dichiarazione ma mi confessò che mio nonno in effetti era stato segretamente un massone ebreo! Mio nonno De Sola non aveva mai osservato le festività ebraiche. Era ateo.
La mia nonna paterna era una donna olandese bionda, fragile, tedesca della Pennsylvania che conobbe il mio bellissimo nonno ispanico durante una visita dentistica. Una cristiana profondamente credente, Grace Geist De Sola si elevò, economicamente e dottrinalmente, passando dai quaccheri, ai presbiteriani agli episcopali. Non mancava mai una domenica in Chiesa, pregava costantemente per suo marito, figlio e nipoti atei e leggeva la Bibbia notte e giorno. Le era stato vietato, sotto la pena di non vederci più, di parlarci di Dio o della religione. Dopo la sua morte, ereditai la sua Bibbia, un'edizione del 1876, con messaggi scritti dappertutto, come per esempio: "un giorno prego che le mie nipoti leggano questo passo".
Dal cielo io spero che lei sappia che entrambe le sue nipoti sono diventate delle leader cristiane, sebbene della Chiesa Cattolica Romana. Lei insisteva che suo figlio, Ralph De Sola, fosse battezzato e frequentasse la Chiesa Presbiteriana. Intorno al periodo della sua cresima, mio padre, sempre coraggioso per il bene o il male, si alzò in piedi nella congregazione, annunciò di essere ateo e uscì dalla Chiesa.
Crescendo, i miei genitori non facevano altro che disprezzare e ridicolizzare la mia nonna cristiana, che veniva usata come prova di quanto siano deboli e stupide le persone che ancora credevano in Dio dopo che Nietzsche e l'evoluzione avevano provato Dio morto o non esistente.
Comunque, quando avevamo 8 anni, i nostri genitori si separarono per sempre. Durante questo doloroso processo, fummo mandate per alcune settimane nella casa estiva di nostra nonna nell'isola Fire Island. Fu molto triste per me essere scaricata, senza uno motivo specifico, nella casa di questa nonna che ci amava teneramente ma che noi pensavamo essere una persona idiota e debole. Intravedendo l'opportunità di farci conoscere Gesù, Grace De Sola insistette, minacciandoci che altrimenti non avremmo potuto mangiare il dolce, che cantassimo la famosa ninnananna "Gesù mi ama, questo lo so, perché la Bibbia mi dice così, mi ama, questo lo so, si, Gesù mi ama". Nonostante, essendo fedeli ai nostri genitori, cantassimo quell'inno come se fossimo forzate, non dimenticai mai quelle parole.
Era questa la prima volta che ti sentii, Gesù, chiamare il mio nome?
Un salto in avanti: ero una ragazzina di undici anni di New York, seduta in una scuola pubblica ad uno di quei vecchi banchi di legno marcato da sessanta anni di graffiti intagliati da alunni annoiati, che ancora aveva il calamaio per l'inchiostro. Una volta alla settimana degli alunni preselezionati dovevano andare davanti e mostrare, per esempio, una tartaruga giocattolo di plastica portata da un viaggio in Florida, e usando questo, inventare un racconto di due frasi. Divertente. Nessuna pressione eccetto per il bambino che doveva presentarsi.
Ma questa volta accadde qualcosa di diverso. Ci fu una pausa. Probabilmente su idea di un insegnante cattolico, un tranquillo ragazzo, a cui nessuno di noi prestava attenzione normalmente, entrò indossando un abito lungo nero con un qualcosa di bianco sopra, come una camicia. Stette totalmente in silenzio, con le mani giunte in preghiera, e cominciò a cantare Adeste Fidelis. Era la prima volta che sentivo della musica sacra. Ascoltai in un incantato, sconcertato, ma gioioso silenzio.
Eri tu, mio Gesù, a chiamarmi per nome?
Al tempo non sapevo che questo ragazzo fosse un ministrante della Chiesa Cattolica. La mia conoscenza del cattolicesimo era limitata, negativa, e per me allora piuttosto umoristica. Vivevamo nello stesso quartiere che viene rappresentato nel musical West Side Story. Prima che arrivassero i portoricani, era in parte ebraico e in parte cattolico irlandese. Vi erano solo circa due cattolici nella scuola pubblica, perché la maggior parte dei bambini cattolici a quei tempi andavano alla scuola cattolica. Gli unici che riconoscevo per strada facevano parte di bande.
Perché pensavo che fossero cattolici? Perché in quei giorni tutte le ragazze cattoliche tenevano dei crocifissi intorno al collo e i ragazzi indossavano degli scapolari e qualche volta avevano anche dei rosari che pendevano dalle loro tasche. Inoltre potevi vedere che erano cattolici perché apparivano cattivi. Poiché le ragazze apparivano anche sexy, pensavo che ciò fosse un segno dei cattolici!
Un giorno stavo tornando a casa con mia sorella e un gruppo di bambini ci circondarono.
"Allora, cosa siete?
"Siete cattoliche?"
"No."
"Siete protestanti."
"No."
"Siete ebree?"
"No." (I nostri genitori non ci avevano mai detto di essere di discendenza ebraica.)
"Allora, cosa siete?"
"Siamo atee", rispondevamo orgogliosamente.
Non avendo mai sentito parlare di questa categoria, se ne andarono invece di picchiarci per essere gli ebrei che hanno ucciso Gesù.
Eri tu, angelo custode, a cercare di proteggerci non solo dal male fisico ma anche dall'odio dei cattolici?
Come scoprimmo di essere ebree? Ebbene, la scuola pubblica era composta da ebrei per il 99%. Così nelle feste ebraiche tutti avevano vacanza. Quando dimmo a casa che noi eravamo le uniche ad andare a scuola in quei giorni, a parte due cattolici e un protestante, i nostri genitori ammisero con riluttanza: "Bene, voi siete ebree, potete rimanere a casa." Hurrah!
Le estati a New York erano e sono ancora torride. Prima che ci fosse l'aria condizionata, i padri aspettavano fino a che non ci fosse nessun poliziotto in vista, poi portavano giù un grande chiave inglese e aprivano gli idranti, così i bambini del quartiere potevano rinfrescarsi. Era così divertente saltare su e giù nell'acqua che spruzzava, che i bambini ebrei dimenticavano la loro paura dei bambini cattolici e anche loro si mettevano a saltare nell'acqua.
Gli ebrei ricchi mandavano i loro figli a dei campi estivi nel New England o in Pennsylvania . Essendo poveri, dopo la separazione dei miei genitori, noi andammo ad un campo YMCA (associazione giovanile cristiana). Sebbene l'associazione YMCA fosse cristiana solo di nome, era tradizione festeggiare il natale durante il campo estivo di luglio! Per l'occasione fu assemblata una scena della natività e i capogruppo cristiani insegnarono a tutti i partecipanti come cantare le canzoni di natale. Se i genitori di bambini ebrei lo venivano per caso a sapere, potevano dispensare i loro figli dalla pratica e dall'"idolatra cerimonia di baciare la piccola "bambola"". Ma io e mia sorella eravamo atee, quindi a nostra madre non importava se imparavamo le canzoni di natale. Le superstizioni religiose erano spazzatura come dottrina, ma andavano bene se semplicemente viste come antiche usanze.
Ascoltare Silent Night e Come Holy Night cantate non alla radio ma dal vivo dai nostri amati capigruppo, mi incantò. Quanta bellezza. In qualche modo era diverso dalla bellezza della musica classica secolare o delle canzoni popolari.
Eri tu, Madre Maria, a chiamarmi per nome?
Lezione di inglese alla scuola media. Il compito: scrivere una pagina riguardo a ciò che vuoi essere quando sarai grande. Il tema doveva essere fatto subito. "Come posso sapere cosa voglio essere se non conosco il significato della vita?" Scrissi spontaneamente. Non credo che avrei ricordato questa precoce domanda filosofica, una profezia della mia scelta futura di diventare professoressa di filosofia, se l'insegnante non mi avesse dato 10 e lode.
Eri tu, Spirito Santo, a chiamarmi per nome?
Mi trasferii dalla città universitaria di New York all'università di Rochester, principalmente perché volevo sperimentare la vita di fuori città che avevo letto nei libri. Cercando quadri per le mie pareti, gravitai verso una stampa poco costosa della crocifissione di Salvador Dali, io penso semplicemente per il suo valore estetico. Posto in un ala del dormitorio dove chi vi alloggiava erano quasi tutti ebrei di New York, le altre ragazze pensarono che io fossi cattolica. Anche se non erano molto religiose, mi suggerirono di tirarlo giù, perché ero comunque ebrea per cultura, seppur non per fede. Rifiutai, senza sapere perché.
Eri tu, mio Gesù, che mi chiamavi per nome?
Come molti atei, ma non tutti, fui educata a pensare che la moralità sessuale delle persone religiose fosse ridicola. Per paura di una gravidanza, evitai di avere rapporti sessuali. Ma una volta che andai a vivere da sola, il mio più grande desiderio fu di levarmi di dosso la mia verginità appena avrei trovato qualche giovane uomo attraente che fosse disposto a iniziarmi. Grazie alla provvidenza di Dio non rimasi incinta, perché se fosse successo avrei sicuramente abortito illegalmente.
Eri tu, Padre della vita, a proteggermi da una colpa perenne?
Per caso uno dei miei "amici" amava la musica di Bach. Un pomeriggio mi fece sedere nel salone e mi fece ascoltare il Wachet Auf di Bach. Generalmente non mi piaceva la musica corale, ma rimasi seduta, inchiodata sulla sedia, ascotando con profonda attenzione la sacra melodia.
Eri tu, Gesù, a chiamarmi per nome?
Il mio terzo amico intimo era uno studente straniero, del corso di filosofia. Era un tedesco che era stato nazista durante la sua adolescenza, ma era stato salvato da un prete cattolico dal rimanere in quel terribile movimento. Molti dei suoi amici divennero cattolici grazie a questo sacerdote. Lui no, ma credeva che il cattolicesimo fosse la sola salvezza! Sperava di diventare cattolico un giorno, dopo aver vissuto in modo sfrenato per un po'. Quest'uomo cominciò a farmi leggere libri apologetici da G. K. Chesterton a Karl Adam. Non avendo mai letto il Nuovo Testamento, difficilmente capivo questi trattati. Ma qualcosa mi colpì perché cominciai a voler incontrare dei cattolici persino dopo che la mia relazione con il tedesco finì.
Eri tu, Santa Maria Maddalena, a chiamarmi per nome?
Durante un viaggio, un amico volle visitare il Museo Nazionale dell'Arte a Washington, D.C . Appesa su una parete vi era l'Ultima Cena di Dali. Il quadro non mi piaceva affatto dal punto di vista estetico, ma mi sentivo paralizzata. Fissavo e fissavo il tavolo e il Cristo, sentendomi misticamente attratta da esso. Quindici minuti dopo il mio amico ebreo mi dovette trascinare via.
Eri tu, Gesù dell'Eucaristia, a chiamarmi per nome?
Studiare filosofia costituiva il mio modo di cercare la verità. Nelle università secolari che frequentavo, lo scetticismo era così in voga che dopo un anno di università mi sentii senza speranza. Dov'era la verità? Dov'era l'amore? Perché allora vivere? In questo stato d'animo, nel 1958 a New York, durante la festa del Ringraziamento, mia madre, che non guardava mai la TV durante il giorno e mai cambiava canale, cambiò e si fermò ad un programma chiamato l'Ora Cattolica. Gli ospiti erano Dietrich Von Hildebrand e Alice Jourdain, che presto sarebbe poi diventata Von Hildebrand. Parlavano della verità e dell'amore. Spontaneamente scrissi loro una lettera presso la stazione televisiva, parlandogli della mia vana ricerca della verità.
Scoprii che entrambi vivevano nella parte occidentale di New York: Alice a due isolati da me e Dietrich a dieci. Alice mi invitò per una visita. La sua coinquilina, Madeleine (che in seguito divenne la moglie di Lyman Stebbins, il fondatore dell'Unione dei Cattolici per la Fede) la incontrai alla porta e mi fece entrare in una piccola stanza. Lì era questa donna, dall'aspetto molto europeo (era venuta dal Belgio durante la Seconda Guerra Mondiale), che mi guardò con così tanto interesse che io mi sentii immediatamente attratta dal suo cuore. Lei mi suggerì di frequentare le classi di Dietrich Von Hildebrand e Balduin Schwarz, il suo discepolo, all'Università di Fordham. Il figlio di Balduin, Stephen, un laureato in filosofia, ora professore di filosofia e difensore del movimento pro-life, mi fece da guida nella nuova università del Bronx.
Frequentai alcune classi. Quello che mi impressionò di più non fu l'idea di questi filosofi cattolici che io non comprendevo molto bene, ma la loro personale vitalità e gioia. Lo scetticismo, il relativismo e lo storicismo che caratterizzavano molte università secolari del tempo rendevano molti professori tristi e aridi. Attratta da questa gioia, come anche l'amorevole cordialità che tutti in questa cerchia di cattolici esprimevano per accogliere un nuovo arrivato, cambiai rapidamente dall'Università di Johns Hopkins a quella di Fordham per continuare i miei studi. Il fatto che la moglie di Balduin Schwarz fosse un'ebrea convertita e che avesse un'origine ateistica certamente rese la mia entrata in questa nuova fase della mia vita più semplice.
Dopo alcuni mesi a Fordham, non potei non chiedermi come i cattolici laici e i gesuiti nel campo della filosofia, che ritenevo estremamente intelligenti, potessero credere in quelle idee come l'esistenza di Dio, la divinità di Cristo, la realtà della verità oggettiva, l'assolutezza dei principi morali e il bisogno di andare in Chiesa. Ovviamente non solo persone stupide e deboli la pensavano in questo modo. Ancora di più, essi in poche parole potevano provare che la mente era in grado di conoscere la verità e che in effetti esistevano alcune verità etiche universali.
Eri tu Spirito Santo, che rimuovevi gli ostacoli ad una mia eventuale conversione all'Assoluta Verità che è la Trinità di Persone? Mi stavi chiamando per nome?
Ero triste pensando che non avrei potuto studiare con queste meravigliose persone durante l'estate poiché esse in quei mesi ogni anno ritornavano in Europa. A questo punto era ormai diventato difficile per me trovare piacevoli le mie peccaminose relazioni con uomini cinici, seppur interessanti. Inaspettatamente il Professor Schwarz mi suggeriì di partire per un viaggio artistico e cattolico con loro. L'ostacolo al viaggio dovuto ai miei problemi economici si potè risolvere con l'ottenimento di una borsa di studio. In seguito scoprii che questi soldi furono probabilmente donati da una persona della cerchia, nella speranza che il viaggio avrebbe approfondito la mia conoscenza con il mio professore, e che questo avrebbe facilitato la mia conversione.
Per comprendere il carattere miracoloso degli eventi che seguirono, dovete sapere che io odiavo tutto ciò che non fosse arte moderna. Questo era dovuto alle visite forzate nei musei che dovetti subire quando ero bambina. Mi piacevano i colorati quadri impressionistici, ma niente che risalisse a prima del XX secolo, e quindi certamente non l'antiquata arte cattolica. E, sebbene ora io pensassi che esistesse della verità, non avevo ancora nessuna conoscenza di Dio, o della Chiesa e non ero interessata ad imparare di più. Cosí la mia unica ragione che mi spinse ad intraprendere questo viaggio fu di rimanere insieme ai miei cari nuovi amici.
Il primo miracolo avvenne quando visitai la Cattedrale di Chartres in Francia. Guardai le incredibili forme di quella Chiesa con le bellissime vetrate e cominciai a piangere. La frase di Keats: "La bellezza è verità, la verità è bellezza", mi venne in mente e mi chiesi: "Come potrebbe questa cattedrale essere così bella se non ci fosse una verità in essa, ma fosse solo ignoranza medievale?"
Non eri tu, Dio della Bellezza, a chiamarmi per nome?
I pellegrini di questo giro turistico artistico-cattolico andavano a messa ogni giorno. Cominicai ad andare anch'io per curiosità. Vedere il mio nobile e saggio professore di filosofia in ginocchio mi sbalordiva e mi disgustava. Volevo tirarlo su da quella posizione e dirgli che nessun uomo avrebbe dovuto inginocchiarsi. "Tu sei il capitano della tua anima, tu sei il padrone del tuo destino".
Scoprendo che io non avevo mai letto il Nuovo Testamento, e approfittando del momento di grazia, Schwarz, il mio futuro padrino, cercò nelle librerie del Sud della Francia fintanto che non trovò una Bibbia in inglese per me.
Secondo miracolo: sul pullman turistico, leggendo i Vangeli senza capirci molto, mi addormentai. Ebbi un sogno. Ero in una grande stanza con dei tavoli. Gesù e Maria erano seduti con le spalle al muro. Maria mi fece un cenno e disse in ebraico "Vieni e siediti con noi". (Io non so l'ebraico ma nel sogno lo sapevo.)
Non eri tu, Beata Signora di Sion, a chiamarmi per nome?
Terzo miracolo: ebbi l'impulso di inginocchiarmi sul pavimento dell'hotel e dire scetticamente una preghiera, che pensavo che il mio professore mi avesse detto scherzando: "Dio, se vi è un Dio, salva la mia anima, se mai ne abbia una".
Il giorno dopo andammo a Lourdes. I miei futuri padrini, gli Schwarz, stavano pregando che non fossi distratta dalle file di venditori di ciondoli. Io dissi: "Sono abituata alla 42esima Strada, niente mi disturba". Quarto miracolo: fui toccata dall'inno a Maria Immacolata dei pellegrini, cantato in processione a lume di candela in molte lingue.
Non eri tu, cara Madre Immacolata, a chiamarmi per nome?
Quinto miracolo: di nuovo, l'arte che io pensavo di odiare, fu usata da Dio per raggiungermi. In un museo a Firenze vidi la natività incompiuta di Leonardo da Vinci. Guardai la Vergine Maria, così semplice, pura e dolce e piansi. Aveva qualcosa che io non avrei mai potuto avere: la purezza! Per la prima volta nella mia vita pensai di me stessa come una peccatrice. Mi sentii spinta a confessarlo ai miei mentori, sicura che mi avrebbero disprezzato. Naturalmente non lo fecero. Gesù è venuto per salvare i peccatori.
Non eri tu, Nostra Signora, a chiamarmi per nome?
Sesto miracolo: Il viso di Cristo in un quadro di Raffaele si ravvivò, non per gli altri, ma solo per me!
Non eri tu, mio Gesù, a chiamarmi per nome?
Settimo miracolo: il giro turistico includeva una vista a Papa Pio XII a Piazza San Pietro. Temevo che mi sarei annoiata al museo ma essere costretta a guardare in mezzo a una folla un Papa che io pensavo essere vestito dell'oro che apparteneva ai poveri, era più di quanto potessi sopportare. Sarei andata a fare spese invece. Il mio mite professore insistette ad unirmi a loro e io acconsentii. Alla fine della cerimonia il Papa stava benedendo i disabili e i malati. Era difficile vederlo per la folla. Il mio padrino, piuttosto anziano e non molto forte, mi sollevò così che io potessi vedere la carità del viso del Santo Padre. Papa Pio XII aveva esattamente la stessa espressione nei suoi occhi come quella viva di Gesù che avevo visto nel quadro.
Caro Spirito Santo, non eri tu a far muovere il mio padrino? Non eri tu a chiamarmi per nome?
Stordita da questa profusione di eventi soprannaturali, ma troppo cerebrale per basarmi solo su delle sensazioni, studiai libri come "Il Cristianesimo Così Com'è" di C. S. Lewis. Il noto capitolo di questo libro fu cruciale per me dal punto di vista intellettuale. Lewis dimostrava che non si può rimanere neutrali sulla questione se Gesù fosse stato solo un uomo meraviglioso o un profeta. Se un uomo afferma di essere divino, o è realmente Dio, o un folle o un bugiardo. Poiché nessuno pensa che Gesù fosse folle o bugiardo, egli deve essere stato divino. Leggere i libri di Chesterton e del Cardinale Newman fece diventare ineveitabile la mia conversione al cattolicesimo.
Non eravate voi, cara Santa Trinità, Madre Maria, Angelo Custode, tutti voi santi, specialmente Santa Edith Stein, a chiamarmi per nome?
Il 4 gennaio 1959, alle 21, fui battezzatza. Non vi è mai stato un momento nella mia vita che mi sia pentita di essere diventata cattolica. In seguito, la mia sorella gemella, mia madre e mio marito anch'essi si convertirono al cattolicesimo, diventando noi tutti una famiglia ebraico-cattolica. La maniera in cui Dio li ha portati alla salvezza durante il resto della mia lunga vita può essere letto nella mia autobiografia, En Route to Eternity (In Viaggio verso l'Eternità) e anche in altri libri scritti da me, che si possono trovare a www.rondachervin.com
Ho ritrovato un mio poema-preghiera sull'essere chiamati per nome. Immagino che si adatti anche alla vostra storia:
Tunnel d'Amore
Scavando nel tunnel del tempo,
a volte sento forte la tua musica,
a volte piano,
a volte la mia è debole,
a volte è un urlo a squarciagola.
Quando ci incontriamo,
niente più segnali,
profondo silenzio,
mentre mi porti nell'eternità.
Ronda Chervin ha ricevuto il dottorato in filosofia dall'Università di Fordham University e un master in Studi Religiosi dal Notre Dame Apostolic Institute. Ronda è vedova, madre e nonna.
Ronda si è convertita alla Fede Cattolica da origini ebraiche, sebbene fosse atea ed è stata Professoressa di Filosofia e Teologia all'Università di Loyola Marymount, al Seminario dell'Arcidiocesi di Los Angeles, e all'Università Francescana di Steubenville. Ha tenuto conferenze a livello internazionale ed è autrice di circa cinquanta libri su pensiero, pratica e spiritualità cattoliche.
Potete trovare alcuni scritti di Ronda su https://enroutebooksandmedia.com/rondachervin/.